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[in allestimento] Chi, che cosa, perché, come, dove.
In questa pagina verranno descritti l'Archivio e la Biblioteca.
"Perché s'appuntan li vostri disiri
dove per compagnia parte si scema,
invidia muove il mantaco ai sospiri.
Ma se l'amor della Spera Suprema
torcesse in suso il desiderio vostro,
non vi sarebbe al petto quella tema;
Ché, per quanti si dice più lì 'nostro',
tanto possiede più di ben ciascuno,
e più di caritate arde in quel chiostro."
"Io son d'esser contento più digiuno,"
diss'io, "che mi si fosse pria taciuto;
e più di dubbio nella mente aduno.
Com'esser puote che un ben distributo
i più posseditor faccia più ricchi
di sé, che se da pochi è posseduto ?"
Ed egli a me: "Però che tu rificchi
la mente pure alle cose terrene,
di vera luce tenebre dispicchi.
Quello infinito ed ineffabil Bene
che lassù è, così corre ad amore
come a lucido corpo raggio viene.
Tanto si dà, quanto trova d'ardore;
sì che, quantunque carità si estende,
cresce sopr'essa l'Eterno Valore:
e quanta gente più lassù s'intende,
più v'è da bene amare, e più vi s'ama,
e come specchio l'uno all'altro rende."
[Pg. XV, 49-75, commento G.A. Scartazzini.]
E' Dante ad offrire le più convincenti motivazioni a sostegno della condivisione dei beni come espressione di carità. [Nota linguistica: Non è un caso se nei Suoi versi sopra riportati l'avverbio "più" sia ripetuto in una varietà d'accezioni: vi ricorre come una nota di basso intesa a richiamare l'attenzione di chi, leggendo, abbia la simultanea sensazione d'ascoltare.] Quali beni condividere ? Come ? Per esprimere qual forma di carità ? Qui è la "conoscenza" il bene da condividere. Un contributo, pur modesto, alla condivisione viene dalla costituzione di un Archivio. Il gesto, per quanto piccolo, che qui si tenta di compiere è di carità intellettuale.
Ciò, in un contesto, come l'odierno, di piena emergenza educativa.